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"Leggere fa male. L'abbiamo sempre saputo, pur non osando mai dirlo pubblicamente. Avevamo paura dell'opinione degli altri. Cosa avrebbe pensato il professore d'italiano che ci infliggeva libri non previsti dal programma e che piacevano solo a lui? O la collega che invece di lavorare sospira sulle pagine del best seller e ne sottolinea i passaggi più intensi? Paolo Parigi ora si assume una responsabilità che noi imbelli abbiamo cercato da sempre di evitare e dice tutto, senza remore. Parigi, la mia stima per il suo lavoro è infinita. Io spero che il pubblico leggerà questo suo agile volumetto come atto finale della propria passione libraria". (Tommaso Labranca)